Google questo sconosciuto

Questo articolo parte da analisi di numeri che sentenziano come l’Italia si conferma il Paese del mobile:

nella classifica mondiale, è al terzo posto per penetrazione di utenti unici di telefonia mobile rispetto alla popolazione (83%).

Il 73% della popolazione è online (43 milioni di persone) e ,nel ranking dei principali siti internet, google.it (ricerca) la fa da padrone con 530 milioni, 14 minuti di tempo/visita e circa 10 pagine per visita (fonte Global Digital 2018)

Global Digital 2018

Detto questo, ci rendiamo conto che siamo sempre connessi e lo facciamo quasi sempre con un device in mano, ma forse anche più di uno e come scritto nell’articolo “homo domoticus” siamo iperconnessi

Oltre a giocare e stare collegati con i vari social network, risulta evidente che una delle funzioni più utilizzate in assoluto è sicuramente quella della “RICERCA”.

Praticamente all’atto di acquisto di uno smartphone ci arriva quasi sempre una preconfigurazione con cui nella default page dello smartphone abbiamo già impostato una casella per il motore di ricerca già connessa a Google

La manna caduta dal cielo….

Tutto passa da qui, il motore di ricerca; forse non tutti sanno che non esiste solo Google ma sicuramente LUI è il più usato.

Con il motore ci possiamo parlare tramite le ricerche vocali, ci possiamo ricercare una parola, una frase ma ormai le ricerche diventano sempre più delle domande, come se ci ponessimo a LUI alla stregua di una persona al nostro cospetto, un bibliotecario a cui chiedere il volume x dell’anno y.

Come è cambiato il nostro comportamento nei SUOI confronti rispetto al passato?

La risposta è: TANTO anzi TANTISSIMO!

Ne siamo diventati dipendenti e ormai in qualsiasi momento e occasione è il modo più semplice per ottenere risultati. Ovviamente tutto ciò ha un doppio risvolto, ci fornisce informazioni velocemente ma ci impigrisce moltissimo (quando mai rinunciamo allo strumento per andare a prendere una enciclopedia cartacea che ci fornisce delle risposte?)

Ma il tema dell’argomento che volevo descrivere è collegato al mondo misterioso che sta dietro a LUI, come funziona il Motore di ricerca.

Al di fuori della cerchia di persone che a vario titolo lavorano nel settore Information Technologies quali consulenti, webmaster ed esperti SEO, non sono molti gli utilizzatori che conoscono i principi che rendono questo strumento così unico e oramai indispensabile.

Se ci mettiamo nei panni del motore e non dell’utilizzatore, come facciamo ad elaborare domande e parole tra milioni di risultati presenti nel web?

Considerando che i siti internet al mondo sono ad oggi 1,33 miliardi (fonte report e-commerce in Italia 2018 di Casaleggio Associati), come è possibile fornire al ricercatore il risultato migliore e più pertinente?

I principi sono noti e abbastanza semplici, ma le centinaia di algoritmi che vengono elaborati nel momento in cui si clicca il bottone “CERCA” sono segretissimi, complessissimi e sempre in continuo aggiornamento

Veniamo ai principi noti: dato l’input, la domanda, la risposta migliore viene fornita restituendo le pagine web che rispettano le migliori configurazioni SEO (Search Engine Optimization).

Queste pagine lavorano al meglio combinando questi principi:

Titolo della pagina: un elemento essenziale e significativo che fornisce il primo indizio di pertinenza dei contenuti della pagina

Contenuti: le informazioni di qualità, distintive e ben descritte su quello che è descritto nella pagina

Immagini: rappresentazioni grafiche dei contenuti

Per ognuno di questi elementi esistono dei TAG corrispondenti e nascosti all’occhio umano ma presenti su tutte le pagine web che vediamo tutti i giorni; i motori di ricerca, per fornire i risultati delle interrogazioni, vanno ad eseguire delle scansioni sui tag corrispondenti alle 3 voci sopra elencate.

Ogni TAG, se configurato correttamente e in sintonia con il contenuto, fornisce le risposte al motore di ricerca che a sua volta restituisce a video i risultati migliori per l’utente. That’s it!

Questo meraviglioso e ignoto mondo tutto da sfruttare, è stato e sempre rimarrà il primo passo verso confini da esplorare, cioè l’intelligenza artificiale, su cui ormai da diversi anni il colosso di Mountain View sta investendo risorse in ricerca e sviluppo.

Chi vivrà vedrà! To be continued

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